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Sovraindebitamento e crisi d’impresa: errori da evitare per non peggiorare la situazione

Affrontare una situazione di sovraindebitamento o di crisi d’impresa non è mai semplice. Spesso chi si trova in difficoltà tende a rinviare, a sperare in un miglioramento spontaneo o, peggio ancora, a fare scelte impulsive che finiscono per aggravare la situazione.
Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII) è nato proprio per aiutare imprese e privati a intervenire in tempo e trovare soluzioni concrete. Tuttavia, conoscere gli strumenti non basta: è fondamentale anche evitare alcuni errori comuni che rischiano di trasformare un problema gestibile in un disastro.
Vediamo insieme quali sono i più frequenti e come evitarli.
Ignorare i segnali della crisi: la crisi raramente esplode all’improvviso. Di solito, manda dei segnali chiari quali ad esempio la riduzione della liquidità, ritardi nei pagamenti, difficoltà a ottenere credito. Ignorarli è pericoloso, perché ogni giorno perso può ridurre le possibilità di recupero. Agire subito significa poter intervenire quando c’è ancora spazio per salvare l’impresa o riorganizzare i debiti.
Rimandare troppo a lungo l’intervento: molti imprenditori e privati commettono lo stesso errore: sperano che la situazione si risolva da sola. Purtroppo, il tempo gioca contro chi è in difficoltà. Intervenire in ritardo significa avere meno strumenti a disposizione. La composizione negoziata della crisi, ad esempio, è una procedura che permette di avviare trattative con i creditori in un contesto protetto. Ma funziona soprattutto se attivata quando la crisi è ancora gestibile, non quando è già degenerata in insolvenza conclamata.
Accendere nuovi debiti per coprire quelli vecchi: quando i debiti diventano insostenibili, alcuni scelgono di chiedere nuovi prestiti per pagare quelli precedenti. È una spirale pericolosa, che peggiora la situazione patrimoniale e aumenta il rischio di azioni esecutive. Invece di “fare il giro delle banche”, il CCII offre strumenti molto più efficaci: accordi di ristrutturazione e piani di pagamento sostenibili, che consentono di ridurre o dilazionare i debiti in modo legale, senza affondare ancora di più.
Non rivolgersi a professionisti qualificati: affrontare la crisi da soli è rischioso. Le norme sono complesse, e senza una guida esperta si rischia di prendere decisioni sbagliate. Gli Organismi di Composizione della Crisi (OCC) e gli esperti nominati dal tribunale sono figure specializzate che aiutano a redigere piani credibili e a gestire le trattative con i creditori. Con il loro supporto, le probabilità di successo aumentano notevolmente.
Trascurare il piano di ristrutturazione: un piano ben fatto è la chiave per superare una crisi. Non si tratta solo di mettere nero su bianco delle cifre, ma di elaborare una strategia realistica che convinca sia i creditori sia il tribunale. Serve valutare con attenzione il patrimonio disponibile, prevedere scenari di rientro e, se necessario, ipotizzare cessioni di beni. Trascurare questa fase significa compromettere ogni possibilità di ottenere una ristrutturazione efficace.
Confondere la crisi d’impresa con l’insolvenza definitiva: troppo spesso si pensa che crisi significhi automaticamente fallimento. Non è così. Il CCII nasce proprio per evitare che le imprese arrivino a questo punto, favorendo soluzioni di risanamento che permettano di continuare l’attività, salvare posti di lavoro e mantenere il valore economico dell’azienda. La differenza tra una crisi gestita e un fallimento irreversibile sta tutta nella tempestività dell’intervento.
Non conoscere gli strumenti di esdebitazione per i privati: non solo le imprese possono contare sul CCII: anche i privati sovraindebitati hanno diritto a una seconda possibilità. Grazie al piano del consumatore o alla liquidazione controllata, chi non riesce più a pagare i propri debiti può trovare una via d’uscita legale e definitiva, evitando il rischio di pignoramenti infiniti e tornando a una situazione sostenibile.
Il sovraindebitamento e la crisi d’impresa non devono essere vissuti come una condanna senza appello. Con gli strumenti previsti dal CCII e il supporto di professionisti qualificati è possibile ristrutturare i debiti e ripartire.
La regola d’oro è semplice: non aspettare troppo a lungo. Prima si interviene, maggiori sono le possibilità di uscire dalla crisi.
 
 
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